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Premio FiuggiStoria, il 14 dicembre verranno premiati a Roma i vincitori dell’edizione 2020 bloccati dal lockdown

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Premiati a Roma i vincitori 2020 bloccati dal lockdown MARCO DI PORTO, BRUNO MAIDA, NOEMI GHETTI, GRAZIELLA MONNI, GIACOMO MAMELI e GABRIELE RANZATO
Incontreranno il pubblico romano presso la Sala Alessandrina, martedì 14 dicembre, alle ore 16,30, per presentare le loro opere e ricevere il lungo atteso riconoscimento opera dello scenografo Pino Ambrosetti. Porterà un saluto istituzionale l’On.le Federico Mollicone in rappresentanza della Commissione Cultura della Camera dei deputati.

I loro nomi e le loro opere vennero annunciate venerdì 18 dicembre 2020, esattamente un anno fa, in una riunione tenutasi da remoto presso la sede nazionale della Fondazione Levi Pelloni in Roma, quali vincitori della XI edizione del premio FiuggiStoria 2020.
Così recitava il comunicato di quel 18 dicembre 2020: “Il Premio pensato e voluto dallo storico Piero Melograni e promosso dalla “Fondazione Giuseppe Levi-Pelloni”, si è tenuto negli anni passati presso prestigiose sedi istituzionali italiane, ha goduto del patrocinio di Camera e Senato, della Regione Lazio e del Comune di Fiuggi, e quest’anno, causa proibizioni governative legate alla pandemia in corso, ospiterà i premiati in presenza appena le restrizioni governative lo permetteranno.
Bruno Maida con “I treni dell’accoglienza” (Einaudi) e Gabriele Ranzato con “La liberazione di Roma” (Laterza) sono i vincitori della undicesima edizione del Premio FiuggiStoria per la saggistica.
Per la sezione biografie il riconoscimento è andato a Noemi Ghetti per “Gramsci e le donne” (Donzelli).
A Marco Di Porto per “Una voce sottile” (Giuntina) e a Grazia Monni per “Gli amici di Emilio” (Mondadori) il premio per la sezione romanzo storico.
Ai libri “Quello che non ti dicono” di Mario Calabresi e “Hotel Nord America” di Giacomo Mameli (Il Maestrale, Nuoro) il riconoscimento per la sezione Diari, Epistolari & Memorie. Menzioni speciali a “Lettere del Carcere” di Antonio Gramsci curatore Francesco Glasi e a Michela Micocci per il docufilm “Colleferro 1938. Lo stabilimento esplosivi è scoppiato”.

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