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Fuggi, ad Emanuea Zurli il premio “Menorah di Anticoli 2019”

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La biblista e docente universitaria Emanuela Zurli ha ricevuto a Fiuggi il Premio “Menorah di Anticoli” 2019. Il riconoscimento giunto alla sua ottava edizione, è promosso dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni e viene assegnato ogni anno, in occasione e nell’ambito della Giornata Europea della Cultura Ebraica, a personalità che abbiano legato il proprio impegno intellettuale, artistico e professionale al tema proposto dall’evento annuale. Hanno consegnato l’ambito riconoscimento il vice sindaco di Fiuggi Marilena Tucciarelli, Pino Pelloni e Luciana Ascarelli.

Il tema di questa edizione, “Sogni, una scala verso il cielo”, dedicato alla cultura e alla tradizione dell’ebraismo, ha visto manifestazioni in quasi ottanta città italiane tra cui la cittadina termale di Fiuggi che ha messo in calendario la lectio magistralis della professoressa Emanuela Zurli, dal titolo della sua ultima pubblicazione “Giacobbe in cammino verso Sé e verso l’Altro”, presso la duecentesca chiesa di San Biagio fuori le mura.

Emanuela Zurli, laureata in filosofia alla Pontificia Università Gregoriana (indirizzo storico) e all’Università La Sapienza di Roma (indirizzo teoretico), ha compiuto ricerche lessicografiche sull’intera opera di Freud per il C.N.R. e studi di psicoanalisi e psicologia analitica. In seguito ha svolto attività giornalistica, in particolare nel settore dell’editoria. Nella Pontificia Università Gregoriana è stata docente incaricata nella Facoltà di Filosofia e collaboratrice del Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici; attualmente, conseguito il dottorato in teologia biblica, è docente incaricata nella Facoltà di Teologia. Tra le sue pubblicazioni: La resa. Amara cronaca dell’inviata di un libraio (Torino, 1996) e La giustificazione ‘solo per grazia’ negli scritti di Qumran (Napoli, 2003), Giacobbe in cammino verso Sé e verso l’Altro (Cittadella Editrice) . .

Le dinamiche coinvolte nella formazione dell’identità del terzo patriarca ed eponimo del popolo eletto, Giacobbe, sono identificate e narrate, nell’omonimo ciclo, con puntualità e profondità tali da anticipare le acquisizioni della psicoanalisi.

La vicenda di Giacobbe, autenticamente umana, è allo stesso tempo intessuta dal disegno di Dio. Filo conduttore delle lotte di Giacobbe con l’ “altro”, primo tra tutti il gemello, e con l’ “Altro”, Dio, che lo attende al guado dello Yabboq per il confronto decisivo, è il conseguimento della benedizione personale. Il travagliato cammino di crescita del patriarca si incontra, così, con le altrettanto drammatiche vicissitudini della benedizione progettata da Dio per l’umanità e l’intera creazione. Nel racconto biblico confluiscono e si intrecciano, pertanto, le principali tematiche antropologiche e teologiche della Genesi. Dallo studio della Zurli, soprattutto il personaggio di Giacobbe emerge come protagonista, nel linguaggio di Jung, di uno dei primi percorsi di “individuazione” della letteratura occidentale e incarnazione, come direbbe Ricoeur, di una delle sue prime “identità narrative”. Con l’ultimo patriarca d’Israele, icona dell’uomo, per riprendere il titolo della ricerca, faticosamente “in cammino verso Sé e verso l’Altro”, la benedizione di Dio è entrata nella storia. In Giacobbe, contemporaneo di ogni epoca e soprattutto della nostra, più che mai consapevole della complessità e della conflittualità dell’umana natura, ognuno di noi può riconoscersi.

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